Il problema delle aflatossine comincia a essere permanente nella pianura padana. Occorre aprire alla ricerca per una soluzione. Mentre l’innovazione si mette in moto, per le aziende i controlli routinari diventano sempre più importanti.
Mais di nuovo a rischio, in Veneto, per le aflatossine. L’allarme viene lanciato dalle associazioni di categoria, che parlano di una contaminazione a macchia di leopardo. Durante il periodo della raccolta è stata inviata una nota riguardo la contaminazione in atto da parte del fungo Aspergillus, che intacca il cereale producendo aflatossine, sostanze tossiche che, oltre i limiti stabiliti dalle direttive Ue, sono vietate anche per la destinazione a mangimi animali.
Le aflatossine sono tossine prodotte da funghi o muffe e fanno parte della categoria delle micotossine. Si sviluppano in condizioni ambientali particolari dalle spore degli Aspergillus che germinano e colonizzano granaglie (cereali, legumi e semi oleosi) e frutta secca. Da qui il trasferimento è possibile anche nei carboidrati derivati, come le farine, e nel latte degli animali che si cibano di cereali tossici. Le aflatossine sono altamente tossiche e sono cancerogene.
Il problema delle aflatossine nella pianura padana comincia a essere presente in modo permanente, a causa delle condizioni climatiche, con le temperature in rialzo e l’alto grado di umidità. Occorre aprire alla ricerca perché il clima umido del Veneto sottopone le coltivazioni costantemente al rischio aflatossine. Mentre l’innovazione si mette in moto, per le aziende i controlli routinari diventano sempre più importanti, soprattutto se supportati da un know-how tecnologico consolidato.
Eurolab utilizza la spettrometria di massa accoppiata con la cromatografica liquida LC-MS/MS per individuare la presenza di aflatossine in campioni di cereali e semi. L’alta precisione delle nostre tecniche garantisce ai nostri clienti (raccoglitori, stoccatori e industrie alimentari) di produrre e acquistare prodotti sani e sicuri.
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