Qualche giorno fa, a seguito di una normale operazione di controllo dei prodotti presenti nel Mercato, le Autorità preposte ci hanno consegnato una apparecchiatura elettrica ed elettronica su cui verificare la rispondenza ai requisiti dei Regolamenti Rohs e Reach.
Come di consueto abbiamo provveduto a smontare ogni singolo componente dell’apparecchiatura, perché i Regolamenti prevedono di analizzare ogni singolo componente di materiale omogeneo, e di conseguenza non sarebbe corretto eseguire “accorpamenti” di più componenti, e su tutti i componenti abbiamo applicato il nostro Protocollo Analitico. Come c’era da aspettarsi, alcuni componenti sono risultati non rispondenti ai requisiti dei Regolamenti Rohs e/o Reach!
Una volta comunicati gli esiti delle analisi al nostro Committente, siamo stati contattati dal produttore dell’apparecchiatura che era rimasto assai stupito del fatto che il suo articolo rischiasse di essere segnalato nel Rapex, con il conseguente rischio di dover sopportare i costi di un ritiro dal mercato, oltre ai notevolissimi danni di immagine che ne deriverebbero! Il produttore, in modo molto candido, ci ha detto: “ma io ho tutte le autodichiarazioni dei miei fornitori, come è possibile che non siano corrispondenti alla realtà?”. Dal suo punto di vista il ragionamento non fa una piega, ma visto e considerato che è il produttore, o l’importatore, che è responsabile dell’immissione di un articolo sul mercato, non sarebbe il caso di controllare, almeno in modo saltuario, la veridicità di tali autodichiarazioni? Il rischio di dover subire un procedimento penale, il rischio di perdere una commessa con una catena di distribuzione, il rischio di dover effettuare il ritiro dal mercato, il rischio di dover pagare per eventuali danni di immagine, il rischio di causare danni alla salute dei consumatori, non vale lo stanziamento di un budget annuale per verificare che le autodichiarazioni dei fornitori siano veritiere?
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Da diversi mesi i produttori di articoli stanno combattendo contro la penuria di materie prime, basta aprire un quotidiano qualsiasi per rendersene conto. Questa scarsità obbliga chi produce, a prescindere che lo faccia in UE o Extra-UE, ad attivare nuovi canali di fornitura e selezionare nuovi fornitori per riuscire a soddisfare gli ordinativi.